Quando leggo di episodi come quello accaduto nel blasonatissimo liceo classico Parini di Milano mi assale un dubbio fastidioso, un pensiero molesto che non riesco più a togliere dalla testa e che voglio condividere subito subito con voi -frequentatrici e frequentatori di questo mio blog che parte oggi sul mondo dei bambini e dei ragazzi – anche se sento che non sarete tutti proprio d'accordo…Riassumo i fatti, per chi non è di Milano o per chi non ha avuto modo di segure la vicenda. Al suddetto liceo Parini un'insegnante ha chiesto il trasferimento a causa delle smodate, pesanti, intimidatorie intrusioni dei genitori nella vita di classe. I giornali riportano la cronaca di colloqui in cui sono state pronunciate affermazioni volgari e pesanti da parte delle mamme e dei papà degli alunni nei riguardi della prof colpevole -secondo quanto riportano i giornali – di essere in fondo solo "troppo severa" . Altri insegnanti, altrettanto "severi" sono pronti a fare gli scatoloni, impacchettare i vocabolari e andarsene. Questi – parola più parola meno – i fatti. E ora il pensiero fastidioso..ma non resisto…ve lo devo proprio scrivere… Eccolo. Noi adulti siamo pienamente e profondamente consapevoli di quanto i ragazzi siano oggi cambiati, spesso distratti, a volte maleducati, meno scolarizzati di quello che eravamo noi e i nostri genitori (per non parlare dei nostri nonni) e di quanto sia difficile per la scuola educarli. E noi genitori anche siamo diversi, più sospettosi, intrusivi, critici e disincantati sul mondo della scuola (servirà a formarli? li aiuterà a trovare lavoro? le domande più frequenti). Ma allora, se siamo cambiati tutti, perchè gli insegnanti no? Non possiamo ipotizzare, (al di là di quanto sia successo davvero al Parini ) che anche i prof – qualcuno magari, non tutti per carità- siano cambiati? Più distratti, meno motivati, più rassegnati, meno preparati (ahi ahi questa cosa qui proprio non dovevo scriverla..), arrabbiati e ostili. Professori fisicamente in classe ma con la testa lontano, con la mente altrove. Non può essere – vi chiedo con assoluta onestà intellettuale- che qualche responsabilità sulla crisi della scuola italiana ce l'abbiano anche loro, gli insegnanti?
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